La Zorlesca è una delle 15 cascine ancora in attività nel territorio di Camisano ed è ‘gemella’ di una omonima e vicina struttura rurale in territorio di Casale. Tutte e due, infatti, prendono il nome dai marchesi Zurla, una famiglia originaria di Napoli e arrivata a Crema nel 1140, dove, poi, è stata a lungo protagonista della vita pubblica e dove, tuttora, risiedono gli attuali discendenti. Gli Zurla allargarono presto i loro possedimenti sul territorio cremasco a partire da Pianengo.
Secondo la testimonianza di Pietro Terni, nel suo libro ‘La storia di Crema’, due fratelli, Achille e Michele, fondarono, all’inizio del tredicesimo secolo, le due Zorlesche. La loro residenza alla Zorlesca è testimoniata anche da un curioso ‘censimento’ del 1595 che registra i nobili presenti in paese e il numero degli inquilini nelle loro dimore. Oltre agli Zurla alla Zorlesa, gli Scotti ai Caminetti e i Secati ai Torriani, in paese sono citati i conti di Camisano, i Tadini, gli Sforza Terni, i Pompeo, i Frecavalli, i Bonsignori.
Nei registri dell’archivio parrocchiale di Camisano, la presenza degli Zurla è segnalata fino al 1600. La vita in cascina di una famiglia nobile ha avuto anche una riprova ‘archeologica’: nel 1963, scavando la fossa per le fondamenta dei due silos esistenti, sono venuti alla luce frammenti di maiolica pregiata, parte incisa e parte decorata, non certamente ascrivibile agli agi dei contadini del tempo.
A testimoniare la lunga storia della Zorlesca è, ancora, oltre alla torretta, la presenza di case dalle mura massicce con finestre dalle ogive cinquecentesche per le stanze ‘solerate’ del piano superiore. Ma la ‘particolarità’ del posto è data anche dalla zona in cui sorge la cascina: don Angelo Aschedamini, appassionato archeologo e grande conoscitore della storia di Camisano, ha scritto che la ‘stazione’ della Zorlesca è stata un importante centro di vita romana. E, a riprova di questa sua affermazione, descrive una lunga serie di reperti ritrovati nei campi dove “nessuno è mai andato in profondità, eccetto il vomere dell’aratro”.
Parte da una deliziosa lucerna in ceramica del secondo secolo avanti Cristo e, via via, cita un frammento di una Kilix del secondo secolo dopo Cristo che porta inciso il nome Trixi e, ancora, cita frammenti di coppe e di tegole per capanne risalenti al Medioevo e di maioliche risalenti al nono e al quindicesimo secolo.
La panoramica sull’area della Zorlesca, dopo lo sguardo al contesto storico, non può non soffermarsi su quello naturalistico: a poca distanza dalla cascina, si può sostare presso la risorgiva della roggia Pellegrina, punto di partenza per visitare altri gradevolissimi fontanili che sgorgano sul territorio di Camisano come la Torriana, il Fontanino, il Fontanone, la Zemia.